Notizie, approfondimenti, attività, curiosità, creazioni, podcasts, etc. La voce dei ragazzi dell'I.C. Alberto Sordi di Roma
“Bella Ciao” è un canto popolare italiano, secondo alcuni proprio di alcune formazioni della Resistenza, ma in realtà, pochissimo cantato nella versione del partigiano, prima della fine della guerra. Questa canzone rappresenta il nostro paese della seconda guerra mondiale: esprime il coraggio e la tenacia degli italiani disposti a dare […]
Passato, presente e futuroFinalmente ci siamo. Dopo circa due mesi di lavoro siamo finalmente giunti alla prima pubblicazione del periodico “L’Albertone”! L’Abertone, nome evocativo dell’artista romano a cui la nostra scuola è dedicata, nasce essenzialmente dall’esigenza dei nostri ragazzi di “esserci”, di portare il loro sguardo e la […]
In punta di pennaFinalmente ci siamo. Dopo circa due mesi di lavoro siamo finalmente giunti alla prima pubblicazione del periodico “L’Albertone”!
L’Abertone, nome evocativo dell’artista romano a cui la nostra scuola è dedicata, nasce essenzialmente dall’esigenza dei nostri ragazzi di “esserci”, di portare il loro sguardo e la loro voce ad un contesto più ampio verso il quale, oggi più che mai, i ragazzi sono definitivamente proiettati.
L’idea è quella di raccogliere, informare, riflettere e trasmettere le attività del nostro Istituto, partendo dalle passioni e interessi dei ragazzi, ma anche dalle loro difficoltà o insicurezze.
Si tratta di una esperienza formativa che si pone almeno un duplice obiettivo: da un lato rafforzare la centralità della comunicazione in ogni forma, dall’altro ritrovarsi per diventare adulti consapevoli delle proprie attitudini e aspirazioni.
Un ringraziamento particolare va a tutti i ragazzi che hanno contribuito alla realizzazione dell’Albertone, ai docenti che si sono messi in gioco e che lo faranno, alla nostra dirigente Dott.ssa Stefania Aureli che ha sostenuto fortemente questa iniziativa, all’apporto e la pazienza dell’intera comunità scolastica.
La speranza ovviamente è che l’Albertone possa continuare ad esistere per lungo tempo, sostenendo e migliorando il percorso di crescita e innovazione del nostro Istituto.
Prof. Massaro Nicola
Il festival del cinema di Roma, è un festival cinematografico istituito nel 2006 che si tiene in autunno presso l’auditorium Parco della Musica di Roma dal 14 al 24 ottobre. L’elenco dei film partecipanti: -The Eyes of Tammy Faye -Diabolik -Arminuta -Strappare lungo i bordi […]
Passato, presente e futuroIl festival del cinema di Roma, è un festival cinematografico istituito nel 2006 che si tiene in autunno presso l’auditorium Parco della Musica di Roma dal 14 al 24 ottobre.
L’elenco dei film partecipanti:
-The Eyes of Tammy Faye
-Diabolik
-Arminuta
-Strappare lungo i bordi
-Vitti d’Arte, Vitti d’Amore
-C’mon C’mon
-Vita da Carlo
-American Genius
-One second
-The Eternals (anteprima)
La prima edizione si è tenuta nel 2006 organizzata dalla Fondazione Musica per Roma presieduta da Goffredo Bettini.
Nel 2007 nasce la Fondazione Cinema per Roma.
Nel 2008 cambia il suo nome che diventa Festival Internazionale del Film di Roma.
La Festa del Cinema di Roma assegna, ogni anno, due premi: il Premio alla Carriera e il Premio del Pubblico BNL. Il Premio del pubblico BNL è scelto, attraverso un sistema elettronico, da tutti gli spettatori che partecipano al Festival.
Nella giornata del 19 ottobre Quentin Tarantino è stato presente per ritirare un premio alla carriera e incontrare il pubblico della Festa del Cinema.
La première di Arminuta, pellicola tratta dal libro di Donatella Di Pietrantonio, ha vinto invece il Premio Campiello.
E’ stata presentata qualche giorno prima che uscisse al cinema anche la première mondiale di Eternals che porterà sul red carpet Angelina Jolie, tra i protagonisti del film.
Johnny Depp ha presentato la web serie animata Puffins.
Johnny Depp è un attore molto importante che ha partecipato a moltissimi film e la sua saga più nota è i “Pirati dei Caraibi”. Si cala molto nel personaggio e interpreta molto bene il ruolo del pirata scherzoso e irresponsabile che però viene sempre sottovalutato perchè sembra sia insensibile e senza cuore. In generale noi consigliamo i film di questo attore e in particolare i “Pirati dei Caraibi” perchè pensiamo sia un film molto carino e adatto a più o meno tutte le età.
Tim Burton è arrivato nella capitale per partecipare alla sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Lui è un GRANDE regista di molti film, tra cui molti d’animazione.
Dal nostro punto di vista il film che ci è piaciuto di più è “ La sposa cadavere”. Questo cartone animato parla di un ragazzo di nome Victor che è obbligato dai genitori a sposare una ragazza nobile.
Il ragazzo, molto sbadato, non ricorda ciò che deve dire al matrimonio e quindi viene allontanato dalle prove delle nozze per imparare il giuramento. Da questo film abbiamo capito che alle volte non bisogna pensare solo a sé stessi, ma anche a sacrificarsi per il prossimo. Ci è piaciuto molto e lo consigliamo a tutti e il fatto che sia un cartone lo rende ancora più spassoso! Tim Burton infine, a margine del festival, ha dichiarato: “I mostri? Meglio degli esseri umani!”
QUENTIN TARANTINO E IL SUO INGRESSO AL FESTIVAL
https://youtu.be/mFg_84YYEAo
Questo è il link di un’intervista fatta al sig. Tarantino al festival del cinema di Roma!
Quentin Tarantino ha ricevuto il Premio alla Carriera ed ha dichiarato sul suo nuovo film Kill Bill: “Kill Bill 3? Non so, è una possibilità”.
Inoltre è il creatore del celebre “Pulp Fiction” che è un film diventato cult perché si intrecciano in modo molto stravagante diverse storie.
IN RICORDO DI MONICA VITTI….
A Monica Vitti è stata dedicata questa edizione del festival.
Monica è stata una grandissima attrice del cinema romano e non solo; siamo stati molto contenti che questa edizione sia stata dedicata a lei.
Per l’evento è stato proiettato un film sulla sua vita dal titolo “Vitti D’arte, Vitti D’Amore“. Il regista, che l’ha sempre seguita sin dall’inizio, ha dichiarato: «dal cancello vedo gesticolare, urlare, ridere, piangere. Vedo rifare, esagerando, la vita. E voglio far parte di quei pazzi felici rinchiusi nella villa, fuori dalla quotidianità».
In conclusione un giorno vorremmo andare a vedere di persona il festival per incontrare tutte le star del cinema del mondo, e magari chissà, poter calcare anche noi quel magico palco.
Lavinia Callari & Gabriele Rozera
Tutto iniziò qualche anno fa in un caldo giovedì di settembre. Era un giorno come gli altri, i ragazzi entrarono come sempre alle 8:15 e iniziarono le lezioni. Alle 12:15, dopo una lunga lezione di scienze, gli alunni della sezione musicale si affrettavano ad andare […]
In punta di penna
Tutto iniziò qualche anno fa in un caldo giovedì di settembre.
Era un giorno come gli altri, i ragazzi entrarono come sempre alle 8:15 e iniziarono le lezioni.
Alle 12:15, dopo una lunga lezione di scienze, gli alunni della sezione musicale si affrettavano ad andare nelle rispettive aule di strumento per iniziare la lezione di solfeggio che per loro si teneva ogni giovedì alla sesta ora.
I pianisti entrarono nell’atelier creativo, che allora fungeva anche da aula pianoforte, appesero i loro giacchetti all’appendiabiti in fondo all’aula, sistemarono i loro zaini sulla sedia, appoggiarono le cartelle al muro accanto alle tastiere che venivano usate per la musica di insieme e si sedettero ai banchi per iniziare la lezione.
Durante quella lezione, esattamente alle 12:34, la porta si spalancò ed entrò una luce giallo ocra talmente tiepida e morbida che faceva pensare all’abbraccio di un angelo.
Qualcuno pensa che, oltre alla luce, il pianoforte si sia messo a suonare una musica rilassante. Fatto sta che per circa 2 secondi tutti rimasero ipnotizzati da quella luce, la cui provenienza rimane tuttora ignota.
Stranamente, quando la luce cessò, tutti tornarono a lavorare come se niente fosse, eppure, nell’aula qualcosa era cambiato…
Il tempo atmosferico da soleggiato si era fatto nuvoloso, il colore del muro da giallo era diventato grigio, ma soprattutto mancava un’alunna, il suo zaino, il quaderno, la penna e tutto il resto del suo materiale scolastico; di lei rimaneva solo un giacchetto, un giacchetto di pelle nero con una zip oblicua e dei finti bottoni gialli posti sulle due maniche.
Da allora il giacchetto è rimasto lì e nessuno ha il coraggio di toccarlo; c’è chi dice che quel giacchetto è maledetto, chi pensa che restare a guardarlo per più di 5 secondi ti trasformi in cenere o chi addirittura sia il giacchetto di satana in persona portato sulla terra per errore. Qualcuno dice di averlo visto muoversi e macchiarsi di rosso, di un rosso così intenso che neanche il sangue riesce a vincere la gara.
Strano è anche il fatto che nessuno si ricordava di quella ragazza, neanche i genitori o gli amici più stretti.
Da quel giorno a scuola tutto è cambiato: iniziano a sparire oggetti di ogni tipo, da una semplice gomma ad un ombrello o addirittura qualche maglioncini, i colori delle pareti delle classi cambiano, ma nessuno ormai sembra farci più caso.
Nel giardino inoltre sono apparsi reti da pescatori e nessuno sa il perchè.
Tutto, e dico proprio tutto, è diventato più silenzioso, addirittura la classe 3°D è diventata quasi taciturna nonostante fosse la classe più chiassosa della scuola.
Tutto insomma è diverso rispetto a prima.
E la ragazza?
Non si sà, forse adesso è in un mondo parallelo.
Oppure ha scoperto che la magia esiste, ha ricevuto un biglietto per Hogwarts e ha fatto un “oblivion” a tutti per evitare sospetti; chissà, magari è ancora nella scuola ma è diventata piccola come una briciola e nessuno si accorge di lei.
Forse potrebbe essere ovunque e bisogna solo cercarla…
La storia che vi ho raccontato è solo una leggenda, potete decidere se crederci o no.
Mi sento di darvi un consiglio però: se vi trovaste ad andare nell’atelier creativo e casomai vedeste un giacchetto nero con una zip obliqua e dei finti bottoni posti sulle due maniche, ecco, se fossi in voi…io non mi avvicinerei.
Chloé Baffi
4 curiosità che tutti pensano di sapere (ma non è proprio così…) 1) QUAL È IL FIUME PIÚ LUNGO DEL MONDO? Per rispondere a questa domanda dobbiamo domandarci innanzitutto: “E’ così semplice misurare un fiume?” La risposta è no. Spesso entrano in gioco diversi fattori […]
Scienziati si diventa4 curiosità che tutti pensano di sapere (ma non è proprio così…)
1) QUAL È IL FIUME PIÚ LUNGO DEL MONDO?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo domandarci innanzitutto: “E’ così semplice misurare un fiume?”
La risposta è no.
Spesso entrano in gioco diversi fattori che non permettono di definire con esattezza il corso di un fiume, inoltre le misurazioni possono avvenire in modi diversi.
A volte i fiumi scorrono sottoterra o si immettono in un lago; quando è così lo consideriamo lo stesso fiume di prima? Se sì, calcoliamo anche quel tratto?
Ora che avete tutti gli ingredienti per comprendere il discorso, siete pronti?
Come tutti saprete i fiumi più lunghi del mondo sono il Nilo e il Rio delle Amazzoni, ma qual è il più lungo?
Diamo loro una collocazione. Il Nilo nasce in Burundi (Africa centrale) e sfocia in Egitto, mentre il Rio delle Amazzoni nasce in Perù e sfocia in Brasile. Secondo molte fonti, il Nilo è lungo 6650 km, mentre il suo “rivale” 6400 km.
Quindi il Nilo dovrebbe essere il fiume più lungo del mondo…
Non esattamente! Perché nel 2007 un team di ricercatori brasiliani ha attribuito al fiume brasiliano una nuova sorgente e una nuova foce che fecero arrivare le stime del Rio delle Amazzoni a 6992 km.
Quindi allora il Rio delle Amazzoni è il fiume più lungo del mondo? Nemmeno, perché nel 2009 un’accademia cinese ha attribuito al Nilo 7088 km.
E allora alla fine qual è il fiume più lungo del mondo? Beh, ancora oggi non si può dire con certezza…
Rio delle Amazzoni
Nilo
2) QUAL È IL VULCANO PIÙ GRANDE DEL MONDO?
Innanzi tutto, cosa si intende per grande? Alto, largo, piatto, con il diametro più grande, più voluminoso?
Qui parliamo del vulcano più alto.
Terremo in considerazione i vulcani attivi e quelli quiescenti (“addormentati”).
Il vulcano più alto del mondo è il Mauna Loa, alle isole Hawaii. E’ alto circa 4000 m in superficie, circa 5000 m sotto il livello del mare e altri 8000 m sotto il fondale oceanico, per un totale di 17 km; ha circa 80000 km cubi di roccia. Per capirci, tre volte e mezzo il monte Bianco! Per fare un paragone invece, l’Etna è formato da 500 km cubi.
Secondo voi quanti camion ci vorrebbero per trasportare un tale volume di roccia? Ci vorrebbero più di tremila miliardi di camion!
Ma se volessimo considerare solo il vulcano più alto del mondo sopra il livello del mare, quale sarebbe? Sarebbe l’ Ojos del salado nella cordigliera delle Ande, che è alto 6880 m.
Mauna Loa
Ojos del Salado
3) QUAL È LA FORESTA PIÚ ESTESA AL MONDO?
La foresta più estesa del mondo è la foresta Amazzonica (tralasciando il disboscamento). In realtà vi ho mentito. Non lo è, o meglio: non proprio. L’Amazzonia è la foresta PLUVIALE più grande del mondo; ciò vuol dire che non è una vera e propria foresta, ma lo è solo in parte.
C’è una vastissima area forestale che si estende dalla Norvegia fino all’estremo est della Russia, non ha confini ben definiti ed è, anche per la sua posizione, difficile da studiare. Per dirla tutta non ha neanche un nome preciso. Per comodità così la chiameremo “foresta Euroasiatica” e rientra quasi interamente in un’ ambiente di conifere.
Ma quant’è estesa? E’ impossibile dirlo con certezza, ma la sua estensione si dovrebbe aggirare intorno agli 8 milioni di km quadrati (25 volte l’Italia intera!).
Foresta euroasiatica
Foresta Amazzonica
4) QUAL È IL MONTE PIÚ ALTO DEL MONDO?
Tutti sappiamo che il monte più alto del mondo è l’EVEREST: s.l.m. ben 8.848 metri.
Ma cosa significa s.l.m.? Significa sopra il livello del mare.
Perche’ e’ importante specificarlo? E’ importante perche’ se togliamo “s.l.m.” il monte più alto del mondo non è più l’Everest, bensì il Mauna Kea (vicino al già citato Mauna Loa).
Il Mauna Kea si erge sopra il livello del mare per “soli” 4.207 metri, ma sotto il livello del mare conta circa altri sei chilometri, per un totale di 10.210 metri! Avrete già capito che i parametri per misurare una montagna sono molteplici. Per fare i pignoli ci sarebbe un altro metodo per misurare una montagna: la distanza dalla sua vetta e il centro della terra.
Che significa?
Come tutti sappiamo la terra è una sfera, quindi la distanza fra il centro della terra e il punto più distante fra essa dovrebbe coincidere con la vetta del monte più alto. Non a caso ho usato il condizionale, perché il punto più distante dal centro della terra non è la cima del monte più alto, è la cima del monte Chimborazo, in Ecuador. La vetta del monte Chimborazo e il centro della terra distano circa 6384,3 chilometri, mentre la vetta dell’Everest dista dal centro della terra circa 6382,2 chilometri, anche se il Chimborazo è alto di 6.267 metri.
Questo succede perché il Chimborazo si trova giusto un parallelo sotto l’Equatore, mentre l’Everest ventisette paralleli.
Quindi l’Everest è il monte più alto sopra il livello del mare, il Mauna Kea è il più alto considerando anche le misure sotto il livello del mare e la vetta del Chimborazo è il punto più distante dal centro della terra.
Everest
Mauna Kea
Chimborazo
Davide De Santis
Fino alla metà degli anni ‘60, in molti stati degli USA, iniziarono a presentarsi leggi che discriminavano duramente i neri negando loro i diritti civili più importanti. Lo sapevi che… Il 27 luglio 2017 in un centro estivo una bambina di colore cadde a terra […]
Passato, presente e futuroFino alla metà degli anni ‘60, in molti stati degli USA, iniziarono a presentarsi leggi che discriminavano duramente i neri negando loro i diritti civili più importanti.
Lo sapevi che…
Il 27 luglio 2017 in un centro estivo una bambina di colore cadde a terra mentre stava andando in pattini.
Un bambino bianco le si avvicinò e le disse che i bambini neri meritavano di stare a terra.
Un altra situazione accadde nel 2014 in America quando un gruppo di agenti furono avvisati di un uomo in macchina che apparentemente sembrava sotto effetto di sostanze stupefacenti. Gli dissero di scendere ma lui opponeva resistenza, lo buttarono a terra e uno di loro, mentre gli altri provarono ad ammanettarlo, mise il ginocchio sul suo collo.
-Non riesco a respirare- gridava l’uomo di colore. I poliziotti successivamente vennero radiati perchè quell’uomo morì.
Cosa ne pensiamo…
Pensiamo che sicuramente, se l’uomo fosse stato bianco, i poliziotti l’avrebbero trattato con più “gentilezza”. Pensiamo che non sia giusto che sia accaduto tutto questo! Pensiamo a tutte le persone di colore in generale che subiscono le diverse forme di discriminazione ogni giorno!
Viviamo in un’epoca dove pochissimi pensano veramente al razzismo e altri lo ignorano pensando che questi non sono problemi loro. A voi sembra giusto che un colore diverso tolga i diritti principali ad una persona?
A noi sinceramente proprio no.
Siamo noi ragazzi che possiamo condizionare questo “nuovo” mondo, sfruttiamo questa occasione e cerchiamo di sensibilizzare quante più persone possibili.
In molti casi anche noi ragazzi possiamo essere razzisti perché assorbiamo quello che dicono gli adulti e abbiamo paura della diversità e di ciò che non conosciamo.
Una volta abbiamo assistito a una scena del genere: alla fermata dell’autobus una signora di colore si era seduta vicino ad uno bianco e lui ha cambiato posto. Siamo rimasti molto disgustati da quel gesto, una persona di colore deve avere le stesse opportunità di uno bianco, che senso ha discriminare?
Tutto ciò può portare a forme di bullismo anche in rete.
Bullismo e Cyberbullismo
Il bullismo viene spesso confuso con questo:
“Prof Lui mi bullizza, mi spinge!” …no, non è questo!
Possiamo parlare di bullismo quando siamo di fronte ad una relazione in cui avvengono dei comportamenti di prepotenza in modo ripetuto, quando si prende di mira un comportamento, un aspetto fisico etc e chi subisce non è in grado di difendersi da solo.
Di solito poi ci sono degli spettatori, ci sono altri ragazzi che sono in silenzio e non denunciano gli accaduti. Si diventa così chiusi e spesso viene voglia di usare violenza per difendersi.
Si parla invece di cyberbullismo quando ci sono telefonate, messaggi non voluti, si diffondono fotografie o video senza il nostro consenso, si commenta con toni dispregiativi sui social etc.
Adesso cercheremo di capire cosa si può fare se si è vittima di bullismo o cyberbullismo.
Intervista a Camilla su cosa ne pensa a riguardo:
Federico: -Camilla cosa ne pensi del Bullismo?-
Camilla: –Penso che sia una cosa alquanto ingiusta verso una persona perché tutti hanno dei sentimenti e dobbiamo rispettarli.
F: -Grazie. Non è che ci potresti dire se sai come uscire da una situazione del genere?-
C: -Se la vittima fossi io non saprei bene come comportarmi, potrei ad esempio confidarmi con qualcuno.-
F: -Con chi ti confideresti per primo?-
C: -Sicuramente con mia madre.-
F: -Ok, ma hai anche altre persone fidate con cui potresti confidarti. I rappresentanti del bullismo, gli amici, le Prof.esse D’onofrio, Passariello e la Prof.essa Iacoangeli, sono tutti a disposizione vostra-
Parlare, non nascondersi, denunciare atteggiamenti che possono causare davvero molto dolore è sicuramente la prima cosa da fare. SEMPRE.
Ci sono tante persone disposte ad aiutarci se solo riusciamo ad avere la forza di parlarne.
Concludiamo dicendo che discriminare una persona, per il colore della pelle, per il suo modo di fare, per il suo aspetto fisico etc, è inaccettabile e ingiusto e bisogna rispettare i sentimenti di TUTTI.
Camilla Chiantella
Federico Aragona
E’ giovedì, sono le 12 e la Prof.ssa non è ancora arrivata. I ragazzi eletti rappresentanti ce la stanno mettendo tutta per contenere la classe, ma è inutile, sono troppo agitati. Il motivo? Nessuno. Dopo 10 minuti di attesa arriva la collaboratrice Carminia ad annunciare […]
In punta di penna Succede da noiE’ giovedì, sono le 12 e la Prof.ssa non è ancora arrivata. I ragazzi eletti rappresentanti ce la stanno mettendo tutta per contenere la classe, ma è inutile, sono troppo agitati.
Il motivo? Nessuno.
Dopo 10 minuti di attesa arriva la collaboratrice Carminia ad annunciare che la Prof.ssa di ginnastica si assenterà per problemi familiari e aggiunge che la classe dovrà restare da sola per il resto della giornata perché nessun professore può fare supplenza.
Immaginate la sofferenza!…
I rappresentanti, stremati dalla troppa agitazione, decidono di inventarsi una nuovo “gioco motorio”.
Questa misteriosa attività si chiama: l’asteroide.
Il motivo? Nessuno.
Arturo tira fuori dallo zaino un oggetto particolare ovvero una palla quadrata.
Il motivo? Nessuno.
I ragazzi mettono un timer alla lim di 1 minuto per rendere il gioco più difficile e una matita come quota di partecipazione che poi sarà anche il bottino per la squadra vincente. Terminati i preparativi, il gioco inizia.
Gli alunni festosi cominciano con cori da stadio. La curva sinistra della classe (i maschi) è la più ultras.
Il motivo? Nessuno.
I rappresentanti un po’ spaventati, ma anche contenti, cercano di placare gli animi ricordando che se avessero continuato a fare questo baccano sarebbe arrivato qualcuno, più potente di loro, a mettere in ordine la situazione.
Ma agli alunni non importa nulla. Per fortuna i canti non durano a lungo e i rappresentanti cominciano a spiegare il gioco.
La classe si divide in tre squadre e ogni squadra sceglie un nome.
La prima si chiama “Aboliamolapallaquadrata”; la seconda “Nonabbiamoancorasceltounnome” e la terza “IFulmini”.
I rappresentanti iniziano a spiegare il gioco, scrivendo le regole alla lavagna.
Eccole di seguito:
I rappresentanti iniziano spiegando la regola numero 1, non compresa da tutti:
“Si prende una scatola dove inserire foglietti di uguale misura con su scritti i nomi di alcuni Paesi del mondo che andranno decisi. Qualche alunno propone di scrivere Paesi che nessuno aveva mai sentito nominare prima come: Tuvalu, Saint Vincent and Grenadine, Sao Tome e Principe, Isole Marshall, Antigua e Barbuda, Vanuatu. Si possono comunque scrivere paesi più conosciuti come: Brasile, Stati Uniti, Cina, Francia, Inghilterra, Russia…”
Dopo le varie spiegazioni e domande, il gioco comincia.
Inizia la squadra dei Fulmini che estrae, per il suo primo concorrente, l’Argentina. Viene consegnata al primo alunno Giacomo la misteriosa palla quadrata. Giacomo sorpassa il primo ostacolo a tutta velocità “il Canguro”.
Il motivo? Nessuno.
Finalmente però un motivo si sa: l’ostacolo è chiamato così perché il concorrente deve saltare tra le giganti cartelline di arte.
Giacomo supera molto agilmente, tra le esortazioni dei compagni, anche il secondo ostacolo “Il Serpente”.
Il motivo? Nessuno…in realtà cominciamo finalmente a sapere qualcosa…
Come si può dedurre dal nome, l’ostacolo deve essere superato strisciando sotto i due banchi e poi sotto la cattedra.
A questo punto Giacomo arriva al terzo e ultimo ostacolo prima del gran finale.
Il terzo ostacolo si chiama “Il Terrore” chiamato così perché gli alunni devono fare cinque flessioni, rialzarsi, fare due skip e due calciate e poi fare una corsetta verso il gran finale.
Giacomo è molto preparato dal punto di vista fisico e riesce a superare la prova senza alcun problema anche se un po’ affaticato.
“Il Terrore” stanca tutti!
Giacomo arriva con una corsa piuttosto atletica all’ultimo ostacolo: il G.F. (gran finale). Deve cercare di centrare l’Argentina con la piccola e misteriosa palla quadrata e mandarla nel cestino. Tutti i suoi compagni iniziano a urlare: “OOOOO!!!!” molto nervosi per il risultato finale.
Mancano appena quindici secondi alla scadenza del timer, Giacomo fa un bel respiro e con un gesto da basket player centra l’obiettivo e la palla va dritta nel cestino!
La squadra dei Fulmini va in delirio!
I Fulmini applaudono con foga Giacomo che ha fatto guadagnare loro 2 punti importantissimi e meritatissimi.
Dopo i Fulmini continua la squadra “aboliamolapallaquadrata” e per questa squadra inizia Maria.
Maria è una ragazza un po’ svogliata dal punto di vista fisico, ma si impegna molto. Non riesce a superare nel tempo consentito il percorso, però centra l’obiettivo, la Cina. Così la squadra guadagna almeno un punto.
Per il team “nonabbiamoancorasceltounnome” partecipa Cesare.
E’ un po’ troppo presuntuoso e pensa di saper fare tutto, per questa ragione la sua performance fisica non è delle migliori e la palla, dopo aver colpito gli Stati Uniti, non entra nel cestino.
Ecco cosa succede a vantarsi!
Tutti gli alunni mostrano le proprie prestazioni fisiche, chi più chi meno. L’importante è impegnarsi.
Mancano venti minuti alla fine della lezione e Francesca, l’ultima studentessa ad affrontare il percorso, è l’ago della bilancia!
Tutte le squadre sono ora pari, se Francesca riesce a guadagnare anche solo mezzo punto i “nonabbiamoancorasceltounnome” vinceranno il bottino di matite. Francesca ce la mette tutta per finire il percorso, mancano venti secondi alla fine del timer, si alza affaticata dopo le flessioni, fa gli skip, corre verso la Russia, si concentra e…centra l’obiettivo! I “nonabbiamoancorasceltounnome” hanno vinto!
D’ora in poi potranno chiamarsi vincitori!
Guendalina Cacace & Leonardo Ghilardi
Una professoressa e una alunna, 8 identiche domande. Le risposte saranno simili o completamente diverse? Cosa vorresti si realizzasse a scuola? Professoressa Mi piacerebbe realizzarne più di una considerando che la scuola nella quale sto ormai da dieci anni ha spazi sufficienti e potenzialità per […]
Interviste e recensioniUna professoressa e una alunna, 8 identiche domande. Le risposte saranno simili o completamente diverse?
Professoressa
Mi piacerebbe realizzarne più di una considerando che la scuola nella quale sto ormai da dieci anni ha spazi sufficienti e potenzialità per attuare varie iniziative. Mi piacerebbe, innanzitutto, ripristinare il teatro che quando sono arrivata qui era allestito molto bene, ma una serie di furti ci hanno chiaramente penalizzato e alla fine le cose sono andate un po’ a scemare. Vorrei ridargli vita e aprirlo al territorio, in generale aprire la scuola al territorio il pomeriggio e la sera, utilizzare il teatro come uno spazio fruibile agli studenti e alle famiglie: per organizzare attività intergenerazionali o anche un cineforum, per la presentazione di libri. Poi pensando agli spazi esterni si potrebbe organizzare una serra botanica; a me piacciono molto le piante e credo che se non avessi fatto la professoressa avrei forse potuto lavorare in un vivaio. Così i professori di scienze potrebbero allestire qualcosa di permanente. Dal punto di vista didattico penso che sarebbe bello introdurre un’altra sezione musicale con strumenti diversi, per ampliarne la scelta.
Alunna
Sarebbe molto bello creare uno spazio nel teatro dove recitare prendendo gli argomenti da varie materie, come la storia, oppure recitare in spagnolo, per provare un esperienza diversa. Sarebbe bello creare un laboratorio di scienze all’aperto per farci comprendere meglio ciò che studiamo e mettere in pratica alcuni esperimenti.
Un’altra idea sarebbe quella di fare dei progetti con altre scuole di Roma, degli scambi culturali o con dei concorsi musicali o di matematica, soprattutto se in palio ci sono dei soldi (ride…).
Professoressa
Chi sceglie di fare il nostro lavoro non ci arriva per caso, è una passione che devi avere perché bisogna avere un interesse molto forte. Ognuno ovviamente ha il suo stile, ma un bravo insegnante dev’essere preparato, motivato e dev’essere in grado di entrare in empatia con i suoi studenti, non guardarli come nomi e cognomi, ma cercare di entrare nelle loro emozioni e metterli a loro agio, pur sempre mantenendo quell’autorevolezza, quel rispetto, quell’assumersi la responsabilità fino in fondo di ciò che si fa come insegnante.
Alunna
Un bravo professore deve saper fare appassionare gli studenti alla propria materia così da trasmettere entusiasmo e rendere più facile studiare. Deve saper ascoltare le proposte dei suoi studenti e deve spiegare bene. Le sue lezioni, possibilmente, non devono essere sempre pesanti, con dei momenti in cui si può scherzare.
Professoressa
Questo me lo chiedo quasi ogni giorno, soprattutto quando raccolgo degli insuccessi, ma essendo un lavoro che ho scelto di fare credo di riuscire a cavarmela abbastanza bene perché gli insuccessi è vero che ci sono e fanno parte della nostra vita, ma ci sono anche molte soddisfazioni. Vedo crescere i ragazzi, li vedo cambiare e a volte li vedo citare cose che ho detto e mi sembra di riuscire a lasciare una piccola traccia di me su di loro e spero sempre che siano tracce positive perché mi è capitato nella mia vita da studentessa di essere umiliata e non è piacevole. Il mio punto di forza è che sono animata dalla voglia di fare bene e cerco di trovare approcci didattici che possano interessare gli alunni, mentre a volte cado nell’errore e perdo un po’ la pazienza e mi arrendo e questa è una mia fragilità.
Alunna
Io sono un alunna abbastanza studiosa che prende bei voti o comunque almeno la sufficienza e che mette impegno nello studio perché mi piace fare le cose bene. Però a volte mi piace divertirmi con gli amici e quindi le sgridate me le prendo anch’io perché chiacchiero, perché non sto attenta o perché dormo a lezione (ride…).
Personalmente cerco di stare più attenta in classe nelle ore delle materie che non mi piacciono, mentre nelle materie che mi piacciono ho meno difficoltà a farlo, perché mi viene naturale. Penso spesso a una cosa che dice sempre mia madre: “Ama l’ostacolo per superarlo”.
Professoressa
No, direi di no. Ogni alunno è ideale nella sua specificità. Se intendiamo l’alunno studioso, preciso, certo è un ottimo alunno, ma non lo definirei ideale; oppure quello che interviene e fa sempre domande, ma che poi ti fa uscire dalla classe con un gran mal di testa… (ride)
Alunna
Bella domanda… In ogni classe ogni alunno ha il suo modo di stare a scuola, per mia esperienza c’è sempre quello che studia un sacco e prende bei voti, ma per me non è quello l’alunno ideale. L’alunno ideale studia, ma riesce comunque a socializzare e ad avere buone amicizie in classe. In generale secondo me non bisogna fare uno standard di livello di alunno, perché siamo tutti bravi a modo nostro.
Professoressa
Tutto sommato i momenti migliori sono quelli passati con i ragazzi. Mi piace tanto quando ho la possibilità di osservare i miei alunni fuori dalla classe, appoggiata allo stipite della porta mentre bevo il mio caffè. E’ bello osservarli quando non sanno di essere osservati, quando sono estremamente rilassati; questo mi dà la possibilità di cogliere degli aspetti che durante una lezione possono sfuggirmi, mi capita a volte di osservare, di ascoltare e quindi capire qualcosa in più dei miei studenti, perché nessuno studente viene a raccontare cose all’insegnante a meno che non sia indispensabile.
Alunna
La ricreazione perché mangio. Ho sempre fame, anche mentre mangio (ride…).
Il momento in cui si scende per andare in palestra o quando si cambiano le scarpe perché è l’unico in cui possiamo chiacchierare.
Quando durante la lezione si ha uno spazio per fare dei commenti e ognuno esprime il suo parere e ci si confronta, perché è bello sentire il parere degli altri.
Quando parli a lezione (anche se non si dovrebbe fare…) perché è divertente ridere e scherzare con gli amici.
Professoressa
Ci sono delle strategie e anche noi diamo tanti suggerimenti, però io penso che il metodo ognuno deve trovarselo, sperimentarlo. Possono esserci strategie, come la sottolineatura, usare le matite colorate, evidenziatori, schemi e mappe, poi il metodo devi un po’ adattartelo, cucirtelo addosso, non credo che esista un metodo valido e universale per tutti. Ci vuole sempre quello stimolo, quella voglia di fare, pensare prima di intraprendere lo studio a cosa potrei imparare oggi. Io avevo una compagna di classe alle medie che riusciva a studiare solo sottolineando con le matite colorate e pressando così tanto che i suoi libri sembravano presi dall’umidità assumendo una forma ondulata.
Alunna
Secondo me ognuno ha il suo metodo in base alla sua capacità. A me basta leggere per ricordarmi l’argomento, ma quando sono incerta sulla lezione sottolineo le cose più importanti e scrivo le parole chiave su dei post-it, così quando ripasso leggo quelli e mi ricordo subito l’argomento.
Professoressa
In assoluto la filosofia! E’ uno studio complesso, bisogna avvicinarsi a questo studio quando si ha l’età e la maturità per poterlo comprendere. Comprendere la necessità dell’uomo di conoscere tutto ciò che gli sta intorno e che lo riguarda, il perché della vita e delle cose, trovo che sia veramente eccezionale, di grande apertura e insegnamento. E’ una materia trasversale perché abbraccia un po’ tutte le discipline. Però anche a livello della scuola media un approccio alla filosofia è possibile. Abitando in un quartiere le cui strade sono intitolate a moltissimi filosofi ho chiesto agli alunni di fare una ricerca sulla loro via e fare un approfondimento: Marx, Kant, chi erano, cosa dicevano? Bisogna semplificare moltissimo il linguaggio, ma i concetti sono talmente affascinanti che una volta che uno li ha capiti li adotta anche come stile di vita.
Alunna
Non mi piacciono le materie matematiche, se mi impegno sono brava, ma dato che non mi interessano non riesco ad arrivare ai massimi risultati. Mi piacciono le materie come la letteratura o la storia per sapere cosa l’uomo ha fatto in passato e non ripetere gli errori; la geografia mi “piaciucchia” (ride…). Infine lo spagnolo mi piace un sacco perché è una bellissima lingua e inoltre mi sento più potente a parlare due lingue (ride…), sapendo che quando girerò il mondo le persone mi capiranno. Inoltre ha un bel suono.
Professoressa
L’adolescenza è una fase molto complicata, un giorno voi siete una cosa e il giorno dopo siete un’altra. A volte mi è difficile capire come mai rispetto ad un’osservazione fatta un attimo prima, l’attimo dopo si ripete esattamente la stessa situazione per la quale era stata fatta l’osservazione. Così mi chiedo se sono stata chiara o se non sentiate e non riusciate a comprendere ciò che vi diciamo.
Alunna
Non capisco quando i professori sgridano anche chi non ha fatto niente o quando vedono che la classe si è calmata dopo molto chiasso e smettono di urlare, ma poi ad ogni accenno di parola ricominciano. Inoltre mi da fastidio quando i professori non ascoltano, quando alzi la mano e loro ti ignorano, perché magari ho una domanda su qualcosa che non ho capito a fine lezione.
Bianca De Vendictis
Era un freddo giorno d’autunno e la professoressa Malmese stava spiegando letteratura come al solito; ad un tratto si accorse che il suo gessetto tanto adorato, verde come uno smeraldo, raro molto più dell’oro, prezioso come una gemma dell’oriente, era, orrore degli orrori, era SPARITO! […]
In punta di penna Succede da noiEra un freddo giorno d’autunno e la professoressa Malmese stava spiegando letteratura come al solito; ad un tratto si accorse che il suo gessetto tanto adorato, verde come uno smeraldo, raro molto più dell’oro, prezioso come una gemma dell’oriente, era, orrore degli orrori, era SPARITO!
La prof. immediatamente cambiò tono e, per quanto si sforzasse ancora di restare pacata, diventò molto presto come una barca travolta da uno tsunami indonesiano.
Si pensava che quel gessetto avesse poteri magici e solo toccarlo portasse ad una soddisfazione magnifica. La sua forma di parallelepipedo così perfetta, il suo odore impestato da anni di ogni tipo di correzione grammaticale, il suo tratto sonoro così stridulo che gli alunni avevano imparato ad odiare talmente tanto da autocorreggersi per non sentirlo, aveva fatto innamorare perdutamente la professoressa Malmese.
Così le fu assolutamente naturale chiamare il miglior investigatore privato che ci fosse in circolazione per risolvere quel caso misterioso: Stefano Baffuto, un nome una garanzia. Aveva risolto i casi più spinosi successi in quella scuola; dai banchi a motore scomparsi nel teatro, ai dieci e lode apparsi a Scaramuzza, l’alunno più svogliato dell’istituto.
L’investigatore Baffuto entrò in classe con fare circospetto e iniziò piano piano a cercare indizi.
Iniziò dalla cattedra annusando ogni spigolo come un Labrador affamato in cerca di polpette. Finalmente riuscì a trovare della polvere di gesso: verde marcia, puzzolente quanto un formaggio scaduto e tutta impiastricciata peggio del gorgonzola; non poteva che essere altro che la polverina magica del meraviglioso gessetto della professoressa Malmese!
Essendo però la prima ora e non avendo la professoressa già adoperato il gessetto era impossibile che della polvere fosse già lì.
Riesaminando attentamente il colore della polvere non poteva però che essere che quello del gessetto della Malmese…
Baffuto così trovò un capello biondo ma, la prof. Malmese era castana e questo escludeva tutte le persone castane o comunque scure di capelli!
A questo punto la questione si faceva molto contorta: la professoressa era entrata prima dei poveri alunni sottoposti a quella interrogazione da brividi e quindi quest’ultimi erano stati eliminati dalla lista dei sospetti, la Malmese era da escludere dall’indagine perchè aveva chiesto lei il suo intervento e quindi chi era stato?
All’improvviso la professoressa Gianbisorza dell’altra classe corse dall’investigatore dicendo che tutti i gessetti della scuola erano scomparsi nel giro di un’ora e mezza e anche questo era assolutamente irragionevole ed inspiegabile.
Baffuto allora si concentrò sull’ipotesi di più colpevoli ma anche questa non reggeva.
Alcuni docenti affermavano che la prof.ssa Meloni di tecnologia era passata in classe ancora prima che tutti entrassero e la professoressa Meloni era peraltro bionda.
Anche questa ipotesi cadde quando seppe che la prof. Meloni era allergica al gesso e quindi probabilmente se avesse rubato quei gessetti ora sarebbe già a testa in giù. La prof Meloni invece stava più che bene…
Stefano Baffuto dichiarava ad alta voce tutte queste supposizioni e ogni alunno era completamente affascinato da tutta questa sua sagacia.
-Il vero colpevole è stato il professore Pietro Da Vongola che insegna matematica considerando che ieri si lamentava delle mani sporche di gesso puzzolente ad ogni lezione-
Baffuto tentò anche questo colpo di scena sperando in una confessione che non avvenne.
–Io sò già chi è il vero colpevole, il vero colpevole rimane nell’ombra come un topo di fogna, non parla con nessuno come un pesce che sguazza nell’acqua e ascolta le ipotesi ma non ne capisce il significato, il vero colpevole è…
LA PERSONA CHE CI STA GUARDANDO DALLA TELECAMERA!-
Tutti si girarono a guardare la videocamera posta all’angolo della classe come un piccolo pipistrello che dorme in una grotta. Tutti si accorsero che era accesa.
Baffuto chiamò la polizia che entrò nelle stanze di controllo e trovò un armadio con un biglietto che diceva:
“Scusate, non volevo causare danni e litigi ma solo fare qualcosa di nuovo per non fare annoiare gli alunni. Dato che la prof.ssa Malmese ci tiene molto al suo gessetto adorato e ha chiamato l’investigatore Stefano Baffuto, non mi sono mai divertita così tanto a vedervi trovare un colpevole cercando di capire i suoi scopi principali; detto ciò vado a mangiare un panino della mensa preparato dalla cuoca Fracassa.
Firmato
La vostra professoressa preferita”
Denise Maria Bigi & Stefania Giuliani
La nostra visita all’Aniene Dopo circa un mese dall’inizio della scuola, si è finalmente presentata la possibilità di fare una gita, proprio fuori dalla scuola! Siamo fortunati perché l’Alberto Sordi è immersa in una grande riserva naturale che si sviluppa lungo il percorso del fiume […]
Scienziati si diventa Succede da noiLa nostra visita all’Aniene
Dopo circa un mese dall’inizio della scuola, si è finalmente presentata la possibilità di fare una gita, proprio fuori dalla scuola!
Siamo fortunati perché l’Alberto Sordi è immersa in una grande riserva naturale che si sviluppa lungo il percorso del fiume Aniene. Infatti tutte le prime sono andate al parco dell’aniene divise in due gruppi: la 1 A e la 1D, la 1B e la 1C; per poter visitare una porzione di riserva più grande possibile, le classi si sono divise.
La gita, la prima gita da quando c’è il Covid, è iniziata con grande entusiasmo.
La regola ci vieta di usare il cellulare, ma con la scusa di documentare quello che stavamo facendo, nonostante gli occhi vigili dei professori, in molti lo hanno usato, anche per fare delle belle foto di gruppo
Qualcuno, troppo distratto dal cellulare è inciampato mentre attraversavamo un canneto ed è stato prontamente immortalato dagli altri… non ci si distrae quando si cammina!
La riserva si differenzia da un parco perché nasce per preservare la natura e quindi ha meno servizi di un parco che invece ha come obiettivo la possibilità di svolgere attività.
Essere una riserva ha impedito la costruzione di una grande strada sopraelevata che si sarebbe dovuta congiungere alla tangenziale di Roma; ormai di questo progetto non rimangono altro che grossi blocchi di cemento.
Il fiume, il cui nome deriva dall’antico re etrusco Anio annegato nel corso d’acqua, nasce sui monti sibillini e scorre per circa cento chilometri fino ad immettersi nel Tevere.
L’ambiente fluviale era frequentato da molte persone che fanno sport o con meno ambizioni, semplicemente portano a spasso i cani.
Ci siamo fermati davanti ad un mandorlo caduto per l’esondazione del fiume Aniene successa dieci anni fa, ci hanno fatto salire sopra, e ci hanno spiegato come fosse caduto.
Siamo stati accompagnati dalle guide Marta, Francesca e Matteo dell’associazione “Insieme per l’Aniene onlus” che ci hanno dato numerose informazioni sulla flora e sulla fauna presenti.
Sotto la guida dei nostri accompagnatori è stato possibile riconoscere numerose specie di uccelli: dai germani reali, con una nidiata di piccoli, fino ai cormorani. Nel fiume sono presenti pesci siluro, cavedani ed anguille.
Vicino alla scuola sono state viste tane di istrice e c’erano tracce di volpi.
Tra le erbe e gli arbusti erano presenti tarassaco, malva, finocchiella, ortica, cicuta ed alloro oltre a vari tipi di bacche.
Ai bordi del fiume, nella cosiddetta area ripariale, c’è una vegetazione differente, che trae vantaggio dalla grande presenza di acqua ed umidità.
Abbiamo visto due tipi di canne, alcune più esili e con foglie più grandi ed altre invece con steli più robusti, Il primo tipo, detto canna comune, è una specie autoctona ossia originaria del luogo; il secondo tipo, il classico bamboo, è invece una specie alloctona, importata da altri continenti, che ormai si è adattata al nostro clima.
Un’altra specie alloctona è l’ailanto, detto anche albero del paradiso!
E’ stato importato dalla cina per riuscire a nutrire i bachi da seta per produrre uno dei tessuti da sempre ritenuto estremamente prezioso.
Gli alberi più diffusi erano invece tigli, lecci e due varietà di pioppi: quello nero e quello bianco, riconoscibile dalla pagine inferiore delle foglie più chiara.
Una particolarità del pioppo bianco è quella di creare degli stoloni, ossia delle cloni di se stesso partite dalle radici, quando escono dall’ombra proiettata dall’albero principale.
Abbiamo visto un maestoso esemplare di circa un secolo; abbiamo l’età solo stimata sulla base del diametro del tronco perchè l’unico metodo per avere una misura esatta sarebbe quello di contare gli anelli di accrescimento, ma ovviamente questo si può fare solo su piante ormai abbattute.
Alcuni alberi si suddividono in femmine e maschi, questi ultimi fanno il polline mentre le femmine fanno i fiori e i frutti, però ci hanno spiegato che questo pioppo è sia maschio che femmina.
Altri, invece, detti ermafroditi sono contemporaneamente maschi e femmine.
Nei vivai, si usa spesso riprodurre una pianta per talea ossia usare un pezzetto della pianta originale per crearne una nuova autonoma.
Nella riserva sono presenti alcune zone nelle quali sono stati piantati nuovi per creare il bosco in una piana alluvionale.
Gli alberi oltre ad offrire ombra aida se visitatori della riserva, possono creare delle zone adatte alle tane degli animali e depurano l’ambiente circostante. Infatti, non solo fissano l’anidride carbonica presente nell’aria creando il legno, ma depurano il terreno dai metalli pesanti e da altri agenti inquinanti tramite la fitodepurazione e la fitoestrazione.
L’attività di depurazione può essere verificata in maniera molto semplice controllando la presenza di gerridi. Questi sono dei piccoli animali, di lunghezza compresa tra i due e i quindici millimetri, che sono spesso usati come bioindicatori. Una cosa simpatica dei gerridi è la loro capacità di camminare letteralmente sull’acqua sfruttando la tensione superficiale del liquido.
Una strana struttura galleggiante nel fiume ha suscitato la nostra curiosità; le guide ci hanno spiegato che si tratta di una barriera anti-rifiuti che serve a catturare i rifiuti galleggianti e li devia verso un’area vicino al fiume da cui, periodicamente, un camion li recupera per avviarli ad un corretto smaltimento.
Anche grazie a questo tipo di interventi il fiume è meno inquinato e la fauna prospera.
Purtroppo abbiamo visto un motorino abbandonato che certamente rappresenta un pericolo per l’ambiente.
Per ridurre l’inquinamento, dovremmo tutti produrre meno rifiuti e favorire il più possibile il riuso ed il riciclo; è per questo motivo che ci viene chiesto di fare la raccolta differenziata.
Smistare all’origine i rifiuti rende possibile recuperare dei materiali di qualità maggiore. Ad esempio una bottiglia di plastica va accartocciata in modo orizzontale perché altrimenti un macchinario non la riconosce e non la fa riciclare e ovviamente va buttata nell’apposito cestino.
La nostra scuola partecipa all’iniziativa “Bando con un tratto di fiume 2021”; l’obiettivo è coinvolgere chi frequenta la riserva a curarla ed amarla, creando dei cartelloni con curiosità ed informazioni utili.
Il primo cartello, da posizionare vicino alla scuola, spiegherà la differenza tra parco e riserva: così da incentivare i visitatori a rispettare la natura, senza infastidire gli animali.
Un’altro andrà collocato in corrispondenza di un bivio che permetterà alle persone di capire la propria posizione e segnalerà i punti di interesse più vicini.
Vicino ad un grande pioppo bianco intendiamo mettere un altro ancora che parli della flora e della fauna del posto.
Per sensibilizzare tutti sul problema dei rifiuti abbandonati intendiamo spiegare cosa sia la barriera di tubi galleggiante sul fiume.
Abbiamo poi riflettuto sull’importanza dell’ozono e del problema del buco nell’ozono.
CHE COSA E’ IL BUCO NELL’OZONO
I raggi ultravioletti danneggiano la vita sulla terra,
l’ozono impedisce ad essi di oltrepassare l’atmosfera impedendo di danneggiare la vita sulla terra.
L’inquinamento, purtroppo, sta assottigliando questo strato causando il buco nell’ozono e questo comporta l’innalzamento delle temperature quindi lo scioglimento dei ghiacciai.
COSA FARE PER IMPEDIRE L’INQUINAMENTO
E’ stata una gita meravigliosa che non scorderemo mai, sappiamo che visiteremo ancora la riserva e saremo contenti di conoscerla molto di più, vi consigliamo di andarla a vedere è stata veramente una gita molto appassionante.
Bianca Poggini – Valerio Piazza – Valerio Arrigo – Greta Sicard
La corsa con la moglie La corsa con la moglie consiste in un percorso ad ostacoli di 253,5 m con la propria moglie in spalla! Per i veri appassionati di questo sport ci sono perfino i campionati mondiali. Lo sport nasce in Finlandia nel 1992 […]
In punta di penna Tutto il resto è passionLa corsa con la moglie consiste in un percorso ad ostacoli di 253,5 m con la propria moglie in spalla!
Per i veri appassionati di questo sport ci sono perfino i campionati mondiali.
Lo sport nasce in Finlandia nel 1992 e si svolge per la prima volta in un paesino di nome Sonkajärvi.
La moglie deve avere più di 17 anni e deve pesare almeno 49 kg, quando la donna cade si aggiungono 15 secondi al tempo ottenuto. Il vincitore riceve una quantità di birra equivalente al peso della moglie.
La versione italiana del gioco prevede per il vincitore, invece di birra, 1095 bottiglie di acqua minerale.
Sempre in Finlandia è stato inventato il lancio del cellulare, in particolare dei Nokia.
Il primo campionato avvenne ad agosto del 2000 in una cittadina di nome Savonlinna; per ora il record lo detiene Ere Karjalainen (vi sfido a pronunciarlo in un colpo solo) che ha lanciato il suo Nokia ad una distanza di circa 100 metri.
Possono partecipare solo i maggiori di 13 anni e per ovvi motivi non i professionisti degli altri sport come lancio del peso, del giavellotto, del disco e del martello.
Il primo campionato della corsa con sedie a rotelle d’ufficio si è avuto a Olten, in Svizzera, ma poi ogni anno si è cambiata sede.
I 64 partecipanti si affrontano in una pista di 200 metri, per lo più in discesa.
Le sfide avvengono a due a due; non vince solo il più veloce ma anche chi ha addobbato meglio la propria sedia da corsa
Le uniche precauzioni prese sono l’obbligo del casco e di alcuni tappeti per attutire i colpi.
Il calcio automobilistico nasce dall’unione del calcio e dell’ automobilismo. E’ un gioco di squadra ma non si gioca con le persone… ma bensì con le auto!
Nacque nel 1970 nel Brasile grazie a Mario Marques Tourinho che decise di inventare questo gioco perchè era entrato in possesso di un pallone di dimensioni esorbitanti.
La prima partita fu giocata il 19 settembre 1970. L’autocalcio smise di essere praticato in seguito alla crisi energetica nel 1973-1974 che colpì il Brasile lasciandolo con scarse risorse di benzina.
lo sport moto paint inventato nel 2021 dai giovani intraprendenti ragazzi della 1D Elisa Frisoni e Simone Fincato (due geni pazzeschi) è un mix tra 2 sport: moto d’acqua e paintball.
La squadra è composta da due giocatori, quello che spara e quello che manovra. Se il componente che spara viene preso, i due giocatori dovranno scambiarsi di posto; questo può avvenire per massimo 2 volte altrimenti si viene eliminati. Se il giocatore che manovra viene preso la squadra che lo ha colpito viene messa fuori gioco per 5 min.
Ovviamente ogni squadra ha i proiettili di colore diverso e si gioca in qualsiasi condizione atmosferica anche se il giorno prima si è verificata una tempesta.
Il campo si trova nel mare e ha le misure di 300m X 400m; nel campo ci sono delle scogliere e barriere in legno.
Una volta al mese si praticano dei tornei nel paese di Risca nella regione di Ascir.
Vi invitiamo a partecipare
(N.R. Ovviamente non esiste lo sport Moto paint e il paese Risca e la regione Ascir)
Simone Fincato & Elisa Frisoni
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