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Tutto iniziò qualche anno fa in un caldo giovedì di settembre.

Era un giorno come gli altri, i ragazzi entrarono come sempre alle 8:15 e iniziarono le lezioni.

Alle 12:15, dopo una lunga lezione di scienze, gli alunni della sezione musicale si affrettavano ad andare nelle rispettive aule di strumento per iniziare la lezione di solfeggio che per loro si teneva ogni giovedì alla sesta ora.

I pianisti entrarono nell’atelier creativo, che allora fungeva anche da aula pianoforte, appesero i loro giacchetti all’appendiabiti in fondo all’aula, sistemarono i loro zaini sulla sedia, appoggiarono le cartelle al muro accanto alle tastiere che venivano usate per la musica di insieme e si sedettero ai banchi per iniziare la lezione.

Durante quella lezione, esattamente alle 12:34, la porta si spalancò ed entrò una luce giallo ocra talmente tiepida e morbida che faceva pensare all’abbraccio di un angelo.

Qualcuno pensa che, oltre alla luce, il pianoforte si sia messo a suonare una musica rilassante. Fatto sta che per circa 2 secondi tutti rimasero ipnotizzati da quella luce, la cui provenienza rimane tuttora ignota.

Stranamente, quando la luce cessò, tutti tornarono a lavorare come se niente fosse, eppure, nell’aula qualcosa era cambiato…

Il tempo atmosferico da soleggiato si era fatto nuvoloso, il colore del muro da giallo era diventato grigio, ma soprattutto mancava un’alunna, il suo zaino, il quaderno, la penna e tutto il resto del suo materiale scolastico; di lei rimaneva solo un giacchetto, un giacchetto di pelle nero con una zip oblicua e dei finti bottoni gialli posti sulle due maniche.

Da allora il giacchetto è rimasto lì e nessuno ha il coraggio di toccarlo; c’è chi dice che quel giacchetto è maledetto, chi pensa che restare a guardarlo per più di 5 secondi ti trasformi in cenere o chi addirittura sia il giacchetto di satana in persona portato sulla terra per errore. Qualcuno dice di averlo visto muoversi e macchiarsi di rosso, di un rosso così intenso che neanche il sangue riesce a vincere la gara. 

Strano è anche il fatto che nessuno si ricordava di quella ragazza, neanche i genitori o gli amici più stretti. 

Da quel giorno a scuola tutto è cambiato: iniziano a sparire oggetti di ogni tipo, da una semplice gomma ad un ombrello o addirittura qualche maglioncini, i colori delle pareti delle classi cambiano, ma nessuno ormai sembra farci più caso.

Nel giardino inoltre sono apparsi reti da pescatori e nessuno sa il perchè. 

Tutto, e dico proprio tutto, è diventato più silenzioso, addirittura la classe 3°D è diventata quasi taciturna nonostante fosse la classe più chiassosa della scuola. 

Tutto insomma è diverso rispetto a prima.

E la ragazza?

Non si sà, forse adesso è in un mondo parallelo. 

Oppure ha scoperto che la magia esiste, ha ricevuto un biglietto per Hogwarts e ha fatto un “oblivion” a tutti per evitare sospetti; chissà, magari è ancora nella scuola ma è diventata piccola come una briciola e nessuno si accorge di lei.

Forse potrebbe essere ovunque e bisogna solo cercarla…

La storia che vi ho raccontato è solo una leggenda, potete decidere se crederci o no.

Mi sento di darvi un consiglio però: se vi trovaste ad andare nell’atelier creativo e casomai vedeste un giacchetto nero con una zip obliqua e dei finti bottoni posti sulle due maniche, ecco, se fossi in voi…io non mi avvicinerei.

Chloé Baffi