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Era la notte del 1969 e io avevo solo 13 anni quando una delle scene più terrificanti e orribili di tutta la mia vita mi fu davanti.

Come ogni sera papà urlava a mamma su problemi incomprensibili,  ma questa volta la mamma non si fece spaventare da quella serpe. 

Ero dietro la porta e riuscivo solo a sentire gli strilli,  poi all’improvviso sentii un rumore come una specie di schiaffo e capii che mio padre picchiava mamma un’altra volta.

Presa dalla rabbia andai in camera mia, afferrai uno zaino e mentre stavo per uscire dalla finestra udii il suono di uno sparo. Impanicata scesi e mi affacciai esternamente alla finestra che dava nel salotto e notai mia madre stesa per terra con una ferita d’arma da fuoco che gli trapassava il cranio.

Senza pensarci due volte corsi più che potevo e mi ritrovai in un bosco buio e terrificante, sentivo la paura passare nelle vene e quindi chiusi gli occhi ed entrai nel bosco adiacente.

Per fortuna era estate e non sentivo molto freddo;  i miei brividi erano di paura, una paura molto angosciante e tetra che non pensavo di provare prima d’allora.

Il bosco emanava un silenzio atroce e inquietante e sembrava che i rumori si facessero sempre più forti… quando ad un tratto…la sentii: una voce molto calda e familiare  mi feci trasportare e mi addentrai sempre di più in quel bosco misterioso.

Mi fermai davanti un lago dove quella voce mi aveva guidato, mi specchiai nell’acqua e mi accorsi che il mio riflesso era sparito, non c’era più e li risentii una voce dire: “avvicinati, vieni, ti vorrei guardare meglio”.  

Ero così imbambolata che non riuscivo a controllarmi, l’ascoltai ed è lì che la vidi.

Una sirena con i suoi occhi splendenti e chiari, stranamente molto somiglianti ai miei,  come la luce del crepuscolo e con capelli color oro.

Per la distrazione caddi nell’acqua, cercai di risalire a galla ma la sirena che sembrava tanto dolce e innocua si trasformò in un incubo ad occhi aperti.

Mi prese la gamba e mi portò negli abissi di quel immenso e tetro lago. Non riuscendo a respirare persi i sensi ma sentii delle voci di un gruppo di persone che balbettavano : “dov è? Era qui due secondi fa!”.

Cercai di urlare ma la sirena mostruosa mi morse il braccio così forte da farmi vedere le stelle.

Improvvisamente mi svegliai in una caverna: era umida e al centro c’era una pozza d’acqua limpida. Non riuscivo ad alzarmi per colpa delle ferite che quel mostro mi aveva procurato, sentii un rumore nell’acqua e vidi i suoi occhi che sembravano così innocenti.

Non mi feci ingannare un’altra volta  e quindi urlai con tutta la forza che avevo in corpo : “ VAI VIA BRUTTO MOSTRO!”-  quel mostro ridivenne sirena e si allontanò tranquilla. A quel punto cercai di alzarmi per trovare una via d’uscita che trovai senza troppo difficoltà.

Finalmente avevo capito: quel mostro erano le mie paure, forse quella sirena ero io stessa persa nel mio riflesso che si era materializzato nella maniera più orribile. 

Le paure si devono affrontare e sconfiggere. 

Non è sempre facile, ma necessario.

Denise Maria Bigi e Stefania Giuliani