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La nostra visita all’Aniene

Dopo circa un mese dall’inizio della scuola, si è finalmente presentata la possibilità di fare una gita, proprio fuori dalla scuola!

Siamo fortunati perché l’Alberto Sordi è immersa in una grande riserva naturale che si sviluppa lungo il percorso del fiume Aniene. Infatti tutte le prime sono andate al parco dell’aniene divise in due gruppi: la 1 A e la 1D, la 1B e la 1C; per poter visitare una porzione di riserva più grande possibile, le classi si sono divise.

La gita, la prima gita da quando c’è il Covid, è iniziata con grande entusiasmo.

La regola ci vieta di usare il cellulare, ma con la scusa di documentare quello che stavamo facendo, nonostante gli occhi vigili dei professori, in molti lo hanno usato, anche per fare delle belle foto di gruppo 

Qualcuno, troppo distratto dal cellulare è inciampato mentre attraversavamo un canneto ed è stato prontamente immortalato dagli altri… non ci si distrae quando si cammina!

La riserva si differenzia da un parco perché nasce per preservare la natura e quindi ha meno servizi di un parco che invece ha come obiettivo la possibilità di svolgere attività.

Essere una riserva ha impedito la costruzione di una grande strada sopraelevata che si sarebbe dovuta congiungere alla tangenziale di Roma; ormai di questo progetto non rimangono altro che grossi blocchi di cemento.

Il fiume, il cui nome deriva dall’antico re etrusco Anio annegato nel corso d’acqua, nasce sui monti sibillini e scorre per circa cento chilometri fino ad immettersi nel Tevere.

L’ambiente fluviale era frequentato da molte persone che fanno sport o con meno ambizioni, semplicemente portano a spasso i cani.

Ci siamo fermati davanti ad un mandorlo caduto per l’esondazione del fiume Aniene successa dieci anni fa, ci hanno fatto salire sopra, e ci hanno spiegato come fosse caduto.

Siamo stati accompagnati dalle guide Marta, Francesca e Matteo dell’associazione “Insieme per l’Aniene onlus”  che ci hanno dato numerose informazioni sulla flora e sulla fauna presenti.

Sotto la guida dei nostri accompagnatori è stato possibile riconoscere numerose specie di uccelli: dai germani reali, con una nidiata di piccoli, fino ai cormorani. Nel fiume sono presenti pesci siluro, cavedani ed anguille.

Vicino alla scuola sono state viste tane di istrice e c’erano tracce di volpi.

Tra le erbe e gli arbusti erano presenti tarassaco, malva, finocchiella, ortica, cicuta ed alloro oltre a vari tipi di bacche.

Ai bordi del fiume, nella cosiddetta area ripariale, c’è una vegetazione differente, che trae vantaggio dalla grande presenza di acqua ed umidità.

Abbiamo visto due tipi di canne, alcune più esili e con foglie più grandi ed altre invece con steli più robusti, Il primo tipo, detto canna comune, è una specie autoctona ossia originaria del luogo; il secondo tipo, il classico bamboo, è invece una specie alloctona, importata da altri continenti, che ormai si è adattata al nostro clima.

Un’altra specie alloctona è l’ailanto, detto anche albero del paradiso!

E’ stato importato dalla cina per riuscire a nutrire i bachi da seta per produrre uno dei tessuti da sempre ritenuto estremamente prezioso. 

Gli alberi più diffusi erano invece tigli, lecci e due varietà di pioppi: quello nero e quello bianco, riconoscibile dalla pagine inferiore delle foglie più chiara.

Una particolarità del pioppo bianco è quella di creare degli stoloni, ossia delle cloni di se stesso partite dalle radici, quando escono dall’ombra proiettata dall’albero principale.

Abbiamo visto un maestoso esemplare di circa un secolo; abbiamo l’età solo stimata sulla base del diametro del tronco perchè l’unico metodo per avere una misura esatta sarebbe quello di contare gli anelli di accrescimento, ma ovviamente questo si può fare solo su piante ormai abbattute.

Alcuni alberi si suddividono in femmine e maschi, questi ultimi fanno il polline mentre le femmine fanno i fiori e i frutti, però ci hanno spiegato che questo pioppo è sia maschio che femmina.

Altri, invece, detti ermafroditi sono contemporaneamente maschi e femmine.

Nei vivai, si usa spesso riprodurre una pianta per talea ossia usare un pezzetto della pianta originale per crearne una nuova autonoma.

Nella riserva sono presenti alcune zone nelle quali sono stati piantati nuovi per creare il bosco in una piana alluvionale.

Gli alberi oltre ad offrire ombra aida se visitatori della riserva, possono creare delle zone adatte alle tane degli animali e depurano l’ambiente circostante. Infatti, non solo fissano l’anidride carbonica presente nell’aria creando il legno, ma depurano il terreno dai metalli pesanti e da altri agenti inquinanti tramite la fitodepurazione e la fitoestrazione.

L’attività di depurazione può essere verificata in maniera molto semplice controllando la presenza di gerridi. Questi sono dei piccoli animali, di lunghezza compresa tra i due e i quindici millimetri, che sono spesso usati come bioindicatori. Una cosa simpatica dei gerridi è la loro capacità di camminare letteralmente sull’acqua sfruttando la tensione superficiale del liquido.

Una strana struttura galleggiante nel fiume ha suscitato la nostra curiosità; le guide ci hanno spiegato che si tratta di una barriera anti-rifiuti che serve a catturare i rifiuti galleggianti e li devia verso un’area vicino al fiume da cui, periodicamente, un camion li recupera per avviarli ad un corretto smaltimento.

Anche grazie a questo tipo di interventi il fiume è meno inquinato e la fauna prospera.

Purtroppo abbiamo visto un motorino abbandonato che certamente rappresenta un pericolo per l’ambiente.
Per ridurre l’inquinamento, dovremmo tutti produrre meno rifiuti e favorire il più possibile il riuso ed il riciclo; è per questo motivo che ci viene chiesto di fare la raccolta differenziata.

Smistare all’origine i rifiuti rende possibile recuperare dei materiali di qualità maggiore. Ad esempio una bottiglia di plastica va accartocciata in modo orizzontale perché altrimenti un macchinario non la riconosce e non la fa riciclare e ovviamente va buttata nell’apposito cestino.

La nostra scuola partecipa all’iniziativa “Bando con un tratto di fiume 2021”; l’obiettivo è coinvolgere chi frequenta la riserva a curarla ed amarla, creando dei cartelloni con curiosità ed informazioni utili.

Il primo cartello, da posizionare vicino alla scuola, spiegherà la differenza tra parco e riserva: così da incentivare i visitatori a rispettare la natura, senza infastidire gli animali.

Un’altro andrà collocato in corrispondenza di un bivio che permetterà alle persone di capire la propria posizione e segnalerà i punti di interesse più vicini.

Vicino ad un grande pioppo bianco intendiamo mettere un altro ancora che parli della flora e della fauna del posto.

Per sensibilizzare tutti sul problema dei rifiuti abbandonati intendiamo spiegare cosa sia la barriera di tubi galleggiante sul fiume.

Abbiamo poi riflettuto sull’importanza dell’ozono e del problema del buco nell’ozono.

CHE COSA E’ IL BUCO NELL’OZONO

I raggi ultravioletti danneggiano la vita sulla terra,

l’ozono impedisce ad essi di oltrepassare l’atmosfera impedendo di danneggiare la vita sulla terra.

L’inquinamento, purtroppo, sta assottigliando questo strato causando il buco nell’ozono e questo comporta l’innalzamento delle temperature quindi lo scioglimento dei ghiacciai.

COSA FARE PER IMPEDIRE L’INQUINAMENTO 

  1. Fare una raccolta differenziata attenta.
  2. Non gettare rifiuti per strada o in mare.
  3. Non lasciare la luce accesa quando esci dalla stanza.
  4. Non prendere la macchina anche per brevi tragitti.
  5. Non usare buste di plastica.
  6. Non usare prodotti che non sono naturali al cento per cento.

E’ stata una gita meravigliosa che non scorderemo mai, sappiamo che visiteremo ancora la riserva e saremo contenti di conoscerla molto di più, vi consigliamo di andarla a vedere è stata veramente una gita molto appassionante.

Bianca Poggini – Valerio Piazza – Valerio Arrigo – Greta Sicard