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In un freddo giorno d’inverno William, uno studente della scuola Alberto Sordi, decise di organizzare una gita con tutta la classe.

Chiese ai professori se volessero venire, loro risposero di sì. 

Così il giorno dopo si procurarono uno zaino con lo stretto indispensabile e, con molta gioia, partirono per andare nel bosco. 

William era felice di vedere che tutti si erano presentati, non pensava che tutti i suoi compagni partecipassero con tanta voglia.

Dopo 3 ore di viaggio arrivarono al bosco, era presto e avevano tutti un po’ paura tranne William che era stranamente sereno.

Arrivati al cuore del bosco si sentivano chiaramente versi di animali molto strani; tutti però sembrano abbastanza calmi e la paura generale dopo un po’ era quasi svanita.  

Si era fatto ormai buio e ad un certo punto la torcia di William si spense.

I professori presero i telefoni e quando accesero le torce scoprirono che il capo guida, William, era scomparso!

All’inizio tutti pensarono che si trattasse di un semplice scherzo, ma a poco a poco capirono che non era così.

Cominciarono a cercarlo per l’intera notte, ma invano.

Chiamarono la polizia e il famoso detective Stephenson fu prontamente sul luogo della scomparsa. Stephenson però non aveva mai assistito a un caso del genere e quindi anche lui era molto in difficoltà.

Non c’erano tracce, testimoni da interrogare, se non qualche animale senza parola, motivazioni o qualsiasi altra cosa che potesse servire a un’indagine comune.  

Dopo 3 mesi di ricerca tutti si arresero, tranne il detective Stephenson che continuò le ricerche senza sosta.

Purtroppo non riuscì nel suo intento.

Passati ormai 2 anni Stephenson dovette spostarsi in Liguria  per seguire un altro caso e, proprio mentre attraversava un vicolo fondamentale per le sue indagini, vide un ragazzo completamente diverso da William ma con una cicatrice sull’occhio che era il tratto distintivo proprio di William di cui avevano parlato gli amici.

Aspettò che finisse di bere il suo caffè-latte e prelevando il DNA dalla tazzina fece una scoperta incredibile: era proprio William e capì velocemente che quella fuga, in verità, si trattava di una fuga volontaria.

Decise di interrogare la famiglia di William e si accorse che non erano poi tanto preoccupati per quella scomparsa; i suoi genitori erano tendenzialmente vaghi e cercavano spesso di cambiare argomento.

Stephenson andò allora dai vicini chiedendogli se sentivano urla o suoni strani dalla casa affianco e i vicini molto stupiti ammisero di sentire strani rumori e che almeno tutte le notti urla e gemiti rimbombavano con rumori di cinghiate e schiaffi molto forti. 

Il detective capì che il ragazzo era maltrattato e che voleva avere solo una vita più spensierata per ritrovare sé stesso.

Non cercò più William da quel giorno e raccontò ai suoi genitori che non sarebbe più tornato perché non sarebbe stato felice con loro.

William era scappato per ritrovarsi. 

Il ragazzo di cui tutti parlano timido, introverso, riservato e sempre agitato era diventato una persona completamente diversa e forse migliore.

Stefania Giuliani e Denise Maria Bigi