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Giovedì 21 Aprile 2022 la classe 2B ha svolto un incontro con l’ispettrice di polizia penitenziaria Roberta Calzuola. La sua professione consiste nel controllare e tradurre (spostare) i carcerati da un posto all’altro. Lavora nel carcere femminile di Rebibbia. All’interno della polizia penitenziaria ci sono tre gradi: 

AGENTE: è colui che esegue gli ordini. 

SOVRINTENDENTE: è colui che controlla il lavoro degli agenti.

ISPETTORE: è colui che detta gli ordini.

La polizia penitenziaria dipende dal giudice. 

Durante questo incontro abbiamo imparato diverse cose:

  • il codice penale è un insieme di articoli che determina come ci si deve comportare in diverse situazioni e che si consulta quando bisogna dare una pena al colpevole.
  • un reato non consiste solo nel fare e dire qualcosa di sbagliato ma anche nell’omettere il proprio dovere di cittadino. Per esempio ignorando una richiesta di aiuto da parte di una persona in difficoltà.
  • il carcere non è un posto in cui privano le persone di tutti i diritti ma semplicemente li limitano e in cui i carcerati vengono riabilitati per poi essere reinseriti nella società. In carcere non ci sono solo persone che hanno commesso un reato e che hanno già avuto un processo ma anche persone in attesa di un giudizio finale e che si teme possano manomettere le prove. Al di sotto dei 14 anni i reati commessi sono responsabilità dei genitori o tutori; dai 14 anni fino ai 17 anni si va in carcere minorile; sopra ai 18 nel carcere per i maggiorenni.

Secondo noi questo progetto è stato molto utile e abbiamo imparato tante cose nuove che un giorno, soprattutto quando saremo più grandi, potrebbero tornarci molto utili. Inoltre sappiamo quando sbagliamo noi e gli altri agendo di conseguenza.

Secondo noi chi compie atti sbagliati è giusto che ne paghi le conseguenze e che venga riabilitato. E’ importante che ai carcerati venga offerta la possibilità di lavorare all’interno del carcere in modo che, quando saranno reinseriti all’interno della società, sappiano guadagnare soldi per sostenere la propria famiglia in modo onesto e pulito. I carcerati, essendo persone, vanno trattate come tali.