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Era un bel giorno d’inverno a Roma. 

A scuola stavamo sentendo la solita voce della prof.ssa Giorgina, una voce calma e senza pensieri che però all’ improvviso si fermò…

La prof.ssa si girò con lo sguardo di una tigre infuriata.

“Come osate!?” gridò.

Gli alunni si guardarono tra di loro con sguardo innocente e poi fissarono la professoressa. 

”Chi è che fa versi mentre io spiego!?” ribatté Giorgina.

Ancora una volta la risposta non ci fu.

In biblioteca, alla quarta ora, tutti dovevano prendere un libro.

Io e Denise trovammo un libro che si chiamava “Passato o Futuro?”.

Volevamo leggerlo entrambi ma i collaboratori Pasquale e Gianfranca dicevano che era proibito.

Noi due curiose lo prendemmo lo stesso di nascosto decidendo di fare una settimana per uno.

Lo prese prima Denise e lo portò a casa e se ne dimenticò. 

Un giorno Denise stava leggendo un libro che la prof Concetta aveva detto di leggere, ma si accorse di averne un altro che pensava di non aver mai preso: era proprio il libro proibito che poi aprì. 

”Vabbè, un giorno nel passato è ovvio”, disse.

Tutto ad un tratto si sentì stanca e chiuse gli occhi.

Quando li riaprì vide un tizio strano vestito in telo rosso fuoco che le disse “chi sei tu creatura dai vestiti strani?!”

Denise fece un salto indietro e ribattè “no, ma chi sei tu piuttosto?”

“Chi sono io?! Io sono il grande Dante Alighieri!”.

Denise sobbalzò, pensò un attimo e disse “aspetta, io ti conosco! Sei il signore che ha scritto la divina commedia!”.

“Non proprio,  ho scritto molte cose, ma mai una cosa del genere!”

Denise il giorno decise di darmi il libro e mi disse: “attenta, questo libro non è quello che pensi” e io tranquilla: “sì sì, uno dei tuoi soliti scherzi!” 

Così presi il libro e me ne andai.

“Vediamo un po’ che dice questo libro magico” dissi aprendo il libro.

”Un giorno nel futuro: macchine volanti, robot, strade mobili etc.” ma in quel momento mi sentii stanca e mi addormentai.

Quando mi svegliai, mi ritrovai in un posto sconosciuto. Passava della gente vestita in tuta che mi guardava male. Mi alzai e chiesi a una signora in che anno eravamo e lei “nel 2080 è ovvio, no?”

“Nel futuro?… Ma è tutto brutto, l’aria è irrespirabile,  c’è spazzatura ovunque. E poi, perché i palazzi vanno a fuoco?” 

“Oh beh, la gente nel passato ha reso il mondo uno schifo e il fuoco che vedi sui palazzi è opera dei buchi formatosi nell’ozono”.

Nella mia testa mi rimbombava l’idea di quanto fossimo dei mostri e quanto non fosse nulla di come avessi previsto compreso il caldo asfissiante.  

Il giorno dopo mi svegliai e mi ritrovai a casa con Denise che mi stava scuotendo con l’intenzione di svegliarmi per studiare scienze.

Stefania Giuliani & Denise Maria Bigi