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Sicuri di sapere tutto?…

La storia romana affascina e ispira molte persone a scrivere libri, a creare dei film a tema, a realizzare degli spettacoli; oppure solamente appassiona gente che, come me, si informa sempre di più per poi immergersi in un mondo talmente interessante che diventa difficile distaccarsene. Questo, però, ci fa capire quanto un mondo così affascinante, così famoso, sia in certi casi avvolto dal mistero o semplicemente pieno di notizie non esattamente vere.

Oggi analizzeremo proprio questo aspetto, ovvero come spesso alcuni miti sull’antica Roma risultino in realtà falsi.

1. Saluto romano

Ormai siamo convinti che il famoso saluto utilizzato dai fascisti nel XX secolo, anche chiamato appunto saluto romano, derivi da quella cultura. Tuttavia, la descrizione di un simile gesto è sconosciuta nella letteratura romana e mai menzionata dagli storici antichi. Non ci sono ritrovamenti di scritture, monete, sculture o niente che possa riguardare questo tipo di saluto. Forse l’origine di tutto questo fu un quadro del ‘700 molto famoso: il giuramento degli Orazi.

2. Sale su Cartagine

Un altro mito da sfatare è il sale su Cartagine. Ormai gli storici hanno scoperto che questa leggenda è falsa, anche perché non ci sono fonti antiche che lo testimoniano. Storici come Alessandro Barbero hanno sfatato questo mito, ma ci sono anche dei motivi che lo dimostrano, ad esempio il fatto che nel mondo antico il sale era molto prezioso e sprecarlo per dei nemici non sarebbe servito a niente. Ricordiamo comunque che la terza guerra Punica fu atroce e sanguinosa.

3. L’incendio di Nerone

Ormai anche i libri di Storia ci raccontano che nel 64 d.C a Roma ci fu un grande incendio e che la causa ne fu Nerone che all’epoca era l’imperatore. In realtà su Nerone esistono molti falsi miti come quello che gli addita la colpa di bruciare i cristiani nel Colosseo (il Colosseo verrà costruito anni e anni dopo) o che, appunto, diede fuoco alla sua città. Per capire se tutto ciò è vero gli storici si sono fatti delle domande, hanno letto testi dell’epoca, hanno cercato una possibile spiegazione. Svetonio e Cassio Dione affidano la responsabilità dell’incendio a Nerone, ma Tacito, il più obiettivo, narra che Nerone abbia addirittura aperto monumenti e gran parte dei suoi giardini per favorire l’entrata delle vittime. Un’altra teoria, invece, sostiene che Nerone in quel momento era ad Anzio e che quindi non fosse a conoscenza dell’incendio. E poi è importante dire che è improbabile che un imperatore romano possa cantare la caduta di Troia davanti alla sua città. Infine è importante ricordare che Roma era soggetta ad incendi perché la parte più povera della città era costituita maggiormente da case di legno. 

4. Giulio Cesare Imperatore

Nel 100 a.C nasce una delle figure più importanti della storia tardo-repubblicana: Caio Giulio Cesare, nipote di Caio Mario e vittima di Silla, colui che riuscì a scappare da Roma da uomo in pericolo e che ritornò da uomo che metteva in pericolo. Colui che conquistò la Gallia, vinse le guerre civili e poi… diventò dittatore a vita. L’unica cosa che può trarci in inganno è che un buon conquistatore otteneva il titolo di Imperator, come, ad esempio Scipione l’Africano.

5. Latino o romanesco

Le fonti scritte sono fondamentali per scoprire la storia e permetterci di appassionarci, studiare, apprendere il modo di parlare dei loro protagonisti. La storia romana è talmente famosa che ancora oggi viene presa in considerazione per la creazione di molti film e cartoni allo scopo anche di intrattenere e divertire gli spettatori. Purtroppo però, pochi film sono attendibili e troppo spesso risultano eccessivamente romanzati facendoci addirittura pensare che i romani parlassero in romanesco. Il romanesco non è altro che una distorsione della lingua Italiana che si sviluppa dal medioevo in poi grazie a poeti come Dante che si rifà al volgare fiorentino. I romani invece parlavano in latino che è una lingua vicina al greco ed è utilizzata ad esempio da Virgilio (poeta e scrittore romano del periodo Augusteo) per l’Eneide.

Mattia Giottoli