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Lo Hobbit è un libro fantasy scritto dall’autore inglese John Ronald Reuel Tolkien. Il regista Peter Jackson ha girato una trilogia di film dedicata a questo libro (consiglio vivamente di vedere i film solo dopo aver letto il romanzo).

Bilbo Baggins, il protagonista del libro, è un hobbit, creatura amante della tranquillità e della vita casalinga; un giorno riceve una visita inaspettata (fuori dall’ora del tè!) di Gandalf, uno stregone famoso in tutta la Terra-di-Mezzo ed oltre. Il giorno prima Bilbo non si sarebbe mai aspettato che Gandalf gli chiedesse di partire in compagnia di un folto gruppo di nani di terre lontane (la compagnia per il viaggio) tra cui Thorin Scudodiquercia, discendente del famosissimo re dei nani Thror, per un’incredibile avventura che gli avrebbe cambiato per sempre la vita.

Il giorno prima Bilbo non si sarebbe neanche mai aspettato di riuscire a trovare il coraggio di partire con loro.

Il viaggio che stavano per intraprendere sarebbe stato molto importante e altrettanto pericoloso: sarebbero partiti per riconquistare Erebor, la montagna solitaria colma di oro e pietre preziose ricavate dal duro lavoro dei nani, un tempo dimora dei nani della stirpe di Thror.

Molto tempo prima Erebor fu attaccata da Smaug, un drago amante di oggetti di valore. I nani furono cacciati e costretti a girovagare per le Terre-di-Mezzo in cerca di una nuova casa. All’inizio del viaggio i nani si erano chiesti come un semplice hobbit avrebbe potuto aiutarli nel futuro scontro con il drago. Solo nella parte finale del viaggio capirono una cosa importante: la loro missione non era quella di recuperare l’oro, ma qualcosa di più grande di quello che si sarebbero mai immaginati: un altro esercito si stava muovendo per scopi molto più malvagi per conto di un grande capo cattivo che si era risvegliato dopo un lungo periodo di attesa. Grazie alla loro compagnia e alla loro amicizia non solo affronteranno il drago, ma anche il male più grande.

Il mio personaggio preferito è Thorin Scudodiquercia, il capo della compagnia. E’ un personaggio brusco, che si arrabbia facilmente. E’ il nano della compagnia che più di tutti ha sottovalutato Bilbo, ma quello che successivamente, più di tutti, capisce il suo grande talento e la sua grande utilità all’interno del gruppo. Thorin, inoltre, è stato l’ultimo dei nani a capire il vero motivo della missione, ma è anche stato quello che ha dato tutto, persino la sua vita, per portarla a termine.

Mi è piaciuto molto perché l’autore scrive in modo coinvolgente. Mentre si legge sembra di trovarsi proprio in quei misteriosi luoghi e di capire i sentimenti del personaggio come se ci fossimo già trovati in quelle situazioni. Lo consiglio a tutti i lettori perché è un tipo di libro fantasy particolare, nuovo e appassionante.

Elisabetta Senni