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Io e Bianca, ogni martedì, andiamo in biblioteca per scrivere articoli per il giornalino. Sugli scaffali della biblioteca di metallo c’è una calamita con raffigurato Don Bosco.

Ogni volta prendiamo questa calamita e ci ispiriamo per scrivere articoli più creativi.

La calamita ha una forma circolare, con una scritta che dice: “Don Bosco proteggi Giuseppina” e lui dice: “Dove regna la felicità regna la carità”. Noi ci siamo affezionati alla calamita a tal punto da informarci sulla storia di Don Bosco. Giovanni Melchiorre Bosco, meglio noto come don Bosco, è nato a Castelnuovo d’Asti il 16 Agosto del 1815 in una modesta cascina dove ora sorge la Basilica a lui dedicata ed è morto a Torino nel 1888. Canonizzato da Papa Pio XI nel 1934, è stato prima un sacerdote e poi un santo molto attivo nel sociale torinese. 

Quando Giovanni aveva soltanto due anni, il padre ebbe una grave polmonite che lo condusse alla morte l’11 maggio 1817, a soli 33 anni.

Da bambino Don Bosco ebbe un sogno che lo ispirò alla sua grande opera e che poi raccontò più volte:

“Ho sognato di essere in un cortile con altri ragazzi che si divertivano 

e bestemmiavano non poco, appena li sentii mi precipitai da loro

cercando di farli smettere. In quel momento mi apparve un uomo maestoso vestito nobilmente di bianco che gli copriva il volto e il corpo. 

Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi.”

L’uomo elegante poi aggiunse: “l’amicizia con il Signore è un bene prezioso”.  

In seguito a quel sogno, il giovane Giovanni decise di seguire la strada del sacerdozio.

Giovanni Bosco frequentò una scuola di musica dove imparò a suonare l’organo e successivamente diventò insegnante di musica per i suoi ragazzi. Le relazioni tra Giovanni Bosco e gli ambienti protestanti torinesi furono sempre molto dure. Dapprima egli si limitò a difendere le dottrine cattoliche e attaccare quelle protestanti.

Nel 1859 poi bruciò, per mostrare dinanzi ai suoi allievi come dovessero avere in disprezzo l’eresia, libri protestanti e opuscoli anticattolici, tra cui la Bibbia nell’edizione Diodati, ossia l’edizione utilizzata dai protestanti italiani. 

Nel 1846, giornata della Santa Pasqua, Don Bosco trovò un luogo per i  suoi ragazzi, un piccolo pezzo di terreno con una piccola tettoia.

Nel 1854 Don Bosco fondò la Società salesiana, dieci anni dopo posò la prima pietra del santuario di Maria Ausiliatrice. 

Nel 1872 fondò l’istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice con lo scopo di educare la gioventù femminile.

Sempre nel 1872, per interessamento dell’arcivescovo di Genova Salvatore Magnasco e con il finanziamento di alcuni benefattori, Don Bosco acquistò, nell’allora cittadina di San Pier d’Arena, alle porte di Genova, la chiesa di San Gaetano.

Nel 1875 partì per la prima spedizione missionaria per l’Argentina, terra della grande emigrazione italiana dell’Ottocento.

Morì di bronchite a Torino il 31 gennaio del 1888 quando aveva 72 anni ed il suo cadavere è depositato in un’urna nel Santuario di Maria Ausiliatrice. 

Don Bosco inoltre fondò anche “i Cooperatori”, che sono una sorta di “Salesiani Esterni”.

Scrisse molte opere edite a cominciare dal 1844 e l’ultima nel 1888: la prima era Cenni storici sulla vita del chierico Luigi Comollo, Biografia, Opere Edite, Ed. LAS (Libreria Ateneo Salesiano), I,1. 

Siamo rimasti molto colpiti da Don Bosco che ha dedicato la sua vita ad aiutare i ragazzi e la ragazze in difficoltà e crediamo che sarà fonte di ispirazione anche per molti altri articoli successivi.

Grazie per la lettura e al prossimo articolo, arrivederci.

scritto da: Bianca Poggini e Valerio Arrigo.