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Il sogno per Hamilton per recuperare Verstappen, per Max per allungare le distanze su Lewis, per la Ferrari per testare il nuovo motore ibrido, per Giovinazzi per conquistare il sedile per il prossimo anno nei confronti di Zhou, per noi tutti per inseguire i sogni di questi piloti e le loro scuderie.

La formula 1 è soprattutto questo: piloti, manager e proprietari delle scuderie inseguono un sogno di vittoria a tutta velocità e noi con loro.

Come avrete già capito mi piace molto la Formula 1, sono un appassionato e non riesco a perdermi nemmeno una singola gara. Fin da piccolo ho sempre adorato i “motorsport”, vedevo Valentino Rossi “impennare” dopo ogni vittoria e mi emozionavo; poi crescendo mi sono appassionato anche al calcio e al basket perdendo un po’ quella carica adrenalica per i motori. 

Pochi mesi fa invece mi è ritornata la passione, ripartita dalla Formula 1 con la visione con un mio amico di un gran premio. 

Da lì il passo da ”che sport insignificante…” a ”che sport magnifico…” è stato molto breve. 

La Formula 1 non è seguita da molte persone delle mia età, ma mi piace proprio quella sensazione di felicità e stupore di trovarsi con una persona che come te è appassionata ad uno sport poco seguito.

Quello che mi piace degli sport poco seguiti è che chi li segue di solito è molto informato, non ci sono vie di mezzo e si apprende sempre qualcosa dalle discussioni fra gli appassionati.

Un’altra cosa molto bella della F1 è vedere e capire le tradizioni degli altri paesi vedendo le gare; ad esempio quando si corre in Messico le persone sono mascherate a tema “dia de los muertos” e capisci quando sia importante per loro questa ricorrenza.

Negli ultimi anni poi la Formula 1 sta avendo un notevole processo di espansione grazie alle bellissime gare tutte molto combattute come quelle di quest’anno con un campionato ancora apertissimo dove Hamilton e Verstappen sono a solo 12 punti di distanza.
Ovviamente in questo sport l’auto che ogni pilota guida ha un ruolo molto importante: quest’anno le migliori sono la RedBull e la Mercedes che, nonostante all’apparenza siano molto simili se non uguali, non considerando i colori, rendono in modo molto diverso.

La RedBull ha una macchina molto veloce che trova il suo punto di forza sulle piste con molte curve (anche dette a basso carico aerodinamico) mentre la Mercedes rende meglio nelle piste con molto rettilineo e poche curve (anche dette ad alto carico aereodinamico).

Poi ci sono i piloti che sono importanti ma certamente non possono fare miracoli: anche il miglior pilota senza una buona macchina ha poche speranze di vittoria.

Ogni scuderia -squadra- ha due piloti diversi ed una stessa macchina per entrambi. Ogni squadra ha un suo budget e la difficoltà è trovare il miglior bilanciamento possibile tra i due piloti con le stessa auto.

In totale le scuderie sono venti di cui quattro inglesi, due austriache, una statunitense, un’italiana e una della Svizzera. 

Sentirsi parte di gare avvincenti tra la partenza, i giri del motore che salgono, le macchine che in un secondo passano da zero a cento chilometri orari e arrivano quasi a trecento, magari affrettandosi per il pranzo la domenica alle 14 quando i semafori si accendono e si spengono, in definitiva è un’emozione che consiglio a tutti.

Potremmo ritrovarci in questa emozione grandissima, potremmo poi incontrarci e parlarne assieme.

Leonardo Ghilardi

SCUDERIE E PILOTI DI QUEST’ANNO