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Sapete perché non basta sciacquare i piatti sporchi solo con l’acqua?

Il problema è che sopra ai piatti c’è una certa quantità di grasso, anche se vi siete dedicati alla scarpetta, e questo grasso non si scioglie in acqua.

Ed allora come si fa?… Ci vorrebbe una molecola che sia in grado di legarsi sia al grasso, sia all’acqua: questo è esattamente il principio base dei saponi. 

I saponi sono delle lunghe catene a base di carbonio ed idrogeno – in grado di legarsi al grasso – in cui ad un’estremità è presente un gruppo di atomi che si legano molto bene all’acqua.

Ecco un’immagine ci aiuterà a capire meglio il comportamento di queste molecole.

Le code che hanno affinità con il grasso (lipofili) si orientano verso la macchia di grasso esponendo così le teste (idrofile) che si legano con l’acqua. 

A questo punto la particella di grasso può essere rimossa sfregando il piatto e risciacquandolo.

I limiti dei saponi

I saponi sono efficaci solo se l’acqua non è eccessivamente acida oppure non ha troppi sali di calcio o magnesio disciolti.

In questi casi, infatti, si formano dei composti che non si sciolgono e precipitano formando delle incrostazioni nei tubi di scarico.

E’ per questo motivo che, oltre al sapone, ogni tanto, è necessario aggiungere anche del sale che ha l’obiettivo di rendere l’acqua più dolce. 

I saponi già contengono un po’ di questi sali, ma a Roma l’acqua è talmente ricca di calcio (dura) che è necessario aggiungerne altro.

Come preparare un sapone

  1. mettere in una beuta 10 ml di olio d’oliva e 10 ml una soluzione al 20% di soda caustica (NaOH);
  2. mettere a bagnomaria la beuta nel becher e accendere il bunsen;
  3. aspettare 30-35 min, se necessario ripristinare l’acqua persa nei processi di evaporazione agitando il contenuto della beuta;
  4. mettere una soluzione satura di sale(NaCl) già riscaldata;
  5. aspettare che il sapone si separi dal resto;
  6. filtrare via tutta la soda caustica;

Valerio Piazza